Relazione e ruolo della lotta nella scherma storica

Relazione e ruolo della lotta nella scherma storica

19/05/2023 0 Di Giorgio Fonda

Nell’attuale panorama delle arti marziali storiche europee, dovendo fare una sorta di classifica delle discipline più praticate, troveremmo senz’altro sul podio la spada lunga e la striscia con a seguire tutte le altri discipline dalle armi in asta alla daga. Tuttavia nelle fonti, anche se con sfumature diverse, c’è quasi sempre almeno un riferimento ai disarmi, a dei giochi sottomisura, per poi andare a leve articolari e proiezioni vere e proprie.

Alcuni autori antichi trattano la lotta come disciplina a sé mentre altri la inseriscono direttamente nella disciplina che stanno spiegando. Due esempi illustri di questa dicotomia sono da una parte l’approccio metodico e sistematico di Fiore dei Liberi che, oltre a dedicarle uno spazio, inserisce la lotta in quasi tutte le armi da lui mostrate nel manoscritto all’altro estremo un Lutegerus che mostra un paio di prese ed anche il celebre calcio nel sedere per liberarsi dalla scomoda situazione. Il materiale sulla lotta è molto e le fonti che almeno ne accennano ancora di più.

Tuttavia cercando online l’argomento della lotta nelle arti marziali storiche europee è molto meno esplorato e spiegato rispetto alla moltitudine di discipline, persino l’uso dell’alabarda raccoglie molta più attenzione. Lo scopo del presente scritto è quindi quello di analizzarne le possibili ragioni visto l’apparente paradosso per cui uno degli aspetti caratterizzanti della scherma storica, la lotta, abbia così poco spazio. 

Un video che, a nostro parere, rappresenta molto bene questo spartiacque e che ha progressivamente allontanato la lotta dalla pratica della scherma è il seguente:

Il video, molto breve, ci mostra un contesto di torneo con, a quanto pare, un tatami a terra e leggendo i commenti sembra fosse prevista la possibilità di andare alla lotta nel regolamento.  Si tratta di un video messo online cinque anni fa e che ha raccolto qualcosa come 3 milioni di visualizzazioni pertanto crediamo sia noto a praticamente tutti nell’ambiente HEMA e probabilmente è stato visto anche al di fuori. Lentamente la lotta si è quindi sempre vista di meno in contesti da torneo anche solo come disciplina a sé. Le motivazioni, probabilmente, sono dovute ad una serie di cause che qui proviamo a sintetizzare. L’inadeguatezza degli equipaggiamenti: la maschera non è pensata per rimanere sulla testa, la spada può essere un pericolo per il praticante che vi finisse sopra, i guanti impediscono molte prese. I problemi organizzativi: i costi  per un tatami sotto i piedi dei contendenti, la mancanza di categorie di peso, nei calendari dei tornei non viene nemmeno prevista come disciplina a sé. La questione competitiva: le azioni di lotta sono ormai spesso sanzionate in torneo e difficilmente arrivano ad essere risolutive in termini di risultato.

Aggiungiamo anche l’aspetto della preparazione atletica: semplificando molto, quella per la lotta prevede maggior impiego della muscolatura che tira oltre che dello sviluppo considerevole di forza e potenza a differenza di quanto necessario per gestire in modo sensato una spada che ha senz’altro bisogno di esplosività e potenza per sviluppare velocità ma non ai livelli necessari per mandare ko l’avversario in quanto basta il tocco per vedersi assegnare il punto e avvicinarsi alla vittoria.

La preparazione tecnica al corpo a corpo prevede di familiarizzare con l’equilibrio, le leve articolari e le proiezioni pertanto il punto di partenza è senz’altro approcciare le cadute sia dal punto di vista tecnico che del loro condizionamento. Tutti aspetti che avrebbero bisogno di pratica assidua e continuativa e andrebbe sicuramente a erodere il tempo per una buona preparazione su altri aspetti. Uno dei metodi che 7C abbraccia per inserire in sicurezza la pratica della lotta all’interno degli assalti non preordinati è quello di chiamare il clinch: i contendenti interrompono l’azione e memorizzano la posizione a cui erano arrivati, si liberano di tutto l’equipaggiamento inutile, tornano in posizione e ripartono da li per concludere l’assalto con la lotta. Facciamo così perché, per nostra esperienza, raramente i tentativi di disarmo o proiezione escono così puliti da essere azioni continue e spesso si passa inevitabilmente a zuffe inutili. Troviamo più sensato interrompere l’azione e cercare di recuperare questo aspetto toccato dalla manualistica. 

Se non avete voglia di leggervi l’articolo, vi riproponiamo il contenuto in questo video.

Le conclusioni le vorremmo lasciare a voi lettori, e ci farebbe piacere che le condivideste con noi. Il nostro punto di vista è probabilmente troppo idealista ma riteniamo che la lotta debba avere un maggior rilievo all’interno della disciplina e sarebbe interessante che i tornei prevedano qualche soluzione per praticarla in relativa sicurezza.