
Come riatto l’arnese – riparazione corazzina
24/05/2016Se seguite gli esperimenti di ricostruzione degli equipaggiamenti della 7C avrete senz’altro letto delle nostre corazzine. La mia armatura MarkII ha una wisby type IV rivestita in damasco serico. La stoffa ha subito qualche danno utilizzandola e quindi si è reso necessario un intervento di restauro per ripristinarla. Nella zona sotto l’ascella la punta di una lama è stata deflessa dalla sottostante piastra ma, forse complice qualche bavetta tagliente sulla spada, è riuscita a tagliare la stoffa e penetrare tra rivestimento e fodera. Il movimento ha quindi forzato la stoffa e un paio di ribattini sono usciti dal supporto tessile. Le operazioni prevedono quindi diversi passaggi: rimozione dei ribattini, rammendo della stoffa esterna, applicazione aggiuntiva alla stoffa interna, riproduzione dei ribattini, rivettatura finale.
La rimozione dei due ribattini interessati è stata realizzata con una lima ed una sottile lamiera da frapporre tra la piastra e la lima. Questo per evitare di rovinare la piastra sottostante o, anche peggio, la stoffa. Un trapano da modellismo con un piccolo disco da taglio aiuta e velocizza le operazioni, bisogna però far attenzione a non scaldare eccessivamente il ribattino in quanto si potrebbe danneggiare ulteriormente la stoffa.
Nel mio caso i ribattini sono piacevolmente decorati con una testa esalobata. Ho dovuto ripristinare la matrice per stamparli. Su un avanzo di verga metallica con una fresa tonda e il disco da taglio da modellismo ho quindi creato lo stampo per dei normali ribattini industriali in ferro. Scaldandone la testa con un cannello da modellismo a butano si riesce a portarlo al rosso e immediatamente dopo a stamparlo con una sana martellata per mezzo della matrice e del foro di una incudine.
Per rammendare la stoffa ho utilizzato il filo estratto da uno scampolo del medesimo damasco il che ha permesso di eseguire un rammendo difficile da notare. Con i ribattini preparati e la stoffa rammendata mancava solo il reinserimento dei ribattini e la relativa rivettatura della stoffa alla sottostante placca metallica. Grazie a un punteruolo ho delicatamente allargato la trama senza rompere i fili per inserire il ribattino e, allo scopo di non rovinare le teste dei rivetti esalobati, ho ricoperto la mia incudine con uno scarto di cuoio spesso e li ho appoggiato i ribattini preparati. Con un po’ di pazienza, e grazie ad un Franz assistente che mi reggeva l’intero manufatto nella posizione più agevole, ho tagliato e ribattuto i rivetti ripristinando la funzionalità della mia corazzina.
Adesso siamo pronti per danneggiarla di nuovo 😀