Come riatto l’arnese – parte prima

Come riatto l’arnese – parte prima

28/02/2016 0 Di Giorgio Fonda

Con questa serie di articoli vorrei condividere il lento processo che porterà alla definizione di una versione migliorata del mio arnese nel modo più dettagliato ed informativo possibile anche solo per permettere a me stesso, tra un’altra decade, di capire cosa cambiare o migliorare nel caso in cui fosse necessario.

Quando io e Luca fondammo, oramai nel lontano 2007, la SeptemCustodie avevamo con noi il desiderio di migliorare la nostra scherma e la conoscenza dei trattati, ed eravamo felici possessori di un arnese trecentesco a testa. Quel particolare tipo di armatura che viene definito transizionale e nel quale cuoio, anelle e piastre coesistono in variegate soluzioni. Erano due armature che, oltre a seguire le nostre personali preferenze estetiche, cercavano di essere storicamente credibili e soprattutto funzionali.

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Il mio arnese Mk I

 

Stiamo parlando di quasi dieci anni fa e il mio arnese veniva già impiegato nella forma che potete osservare nella foto da almeno un paio d’anni. Ancora adesso guardando questa immagine non sembra poi così male ma a distanza di una decade alcuni dettagli, materiali  e forme avevano la necessità di essere riviste.

Il progetto è partito già tempo addietro e sebbene qualche dettaglio debba ancora definirlo ed i lavori siano tutto sommato ancora in alto mare mi sono deciso a cominciare da qualche parte e, finalmente, scriverne qui.
Nella mia Mk I il capo era difeso da un’infula imbottita, dal camaglio composto da anelle avvicinate e brunite ed infine dal mio celebre[?] bacinetto con visiera. Al momento in cui scrivo ritengo che le anelle avvicinate del camaglio siano oramai sub-standard per verosimilità storica e l’elmo era realizzato con uno spessore ed un materiale ormai poco adatto. L’infula, sebbene tutto sommato accettabile, aveva un taglio sartoriale con un fastidioso problema: la cucitura premeva sul cranio e si faceva sentire se indossavo l’elmo per periodi prolungati. Inoltre questa configurazione era poco pratica, ed una souzione vetusta parlando del periodo 1375-1405. Ho scelto quindi una soluzione più aggiornata e pratica: un Klappvisier con barbuta ed infula cucita che faccia anche da sospensione. Per l’elmo alla fine mi sono rivolto in Polonia da historicum i quali mi hanno anche fornito della parte tessile. Più precisamente parliamo di questo articolo. Nel solito balletto che si ha con i fornitori, in particolare stranieri, ho alla fine quasi ottenuto quello che volevo. Il quasi si riferisce in particolare al fatto che avrei desiderato un elmo il quale, aggiunta la barbuta di anelle rivettate, fosse pronto per l’uso. L’elmo, che ho solo in seguito scoperto essere prodotto direttamente da Wotan mi è arrivato con una finitura piuttosto grezza. E la cerniera, elemento caratterizzante del Klappvisier, era totalmente inutile essendo stata rivettata direttamente al bacinetto. Per finire il cucchiaio, pur sbloccando la visiera, non ne permetteva il bloccaggio in posizione aperta. Di sicuro questo klappvisier è stato realizzato con le buhurt in mente e per certo ha degli spessori ed una fattura piuttosto solida. Volendo però renderlo pienamente funzionale ho cominciato a concentrarmi proprio sulla cerniera per renderlo non solo solido ma anche funzionale e rispondente al reperto di riferimento.

Rimossa la cerniera con l’aiuto di un trapano da modellismo ho constatato l’orrore di fori grandi come teste di cinghiale e fatti i dovuti rilievi ho determinato il piano d’azione ed i materiali necessari. Con l’aiuto del mio amichevole fabbro di quartiere ho fatto chiudere i fori sovradimensionati sull’elmo visto che una cosa del genere è meglio farla con una saldatrice a filo continuo piuttosto che con una ad elettrodo per evitar disastri. Il fabbro mi ha procurato anche una bacchetta di ferro quadra da 8mm di lato. L’ideale con cui ricavare per sottrazione, e la dovuta pazienza, i due perni accuratamente progettati, da rivettare in luogo dei fori abnormi. Ho progettato i perni con un piccolo avanzo di materiale da asportare una volta presentata la cerniera. Con l’aiuto di lime un segetto di metallo e qualche colpetto di un trapano da modellismo ed una flex sono riuscito a rendere facilmente removibile la visiera senza che ci sia eccessivo gioco tra le parti dell’incastro. Una piccola finitura per rimuovere la calamina con carte vetrate progressivamente più fini giusto per allineare l’aspetto dei perni alla finitura generale dell’elmo.

In seguito sono tornato a fissare il cucchiaio, per farlo ho dovuto limare un poco il foro rendendolo lievemente ovalizzato e ho modificato anche la curvatura del cucchiaio perchè facesse sufficente pressione ed entrasse comodamente nel suo incastro per mantenere ben chiusa la visiera.

Ultimo lavoro è stato quello di creare la scanalatura per bloccare la visiera in posizione aperta. Con pazienza e lavoro di lima si è rivelato abbastanza semplice.

Finito di sistemare la cerniera ho dipinto accuratamente l’interno del bacinetto con del nero per marmitta per proteggerlo dall’ossidazione soprattutto pensando al fatto che intendo cucirvi l’infula per fare da sospensione all’elmo e anche da supporto alla ventaglia.

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