Incontro con Maarten Kamphuis e le sue invenzioni

Incontro con Maarten Kamphuis e le sue invenzioni

16/03/2014 3 Di Luca Venchi

La SocietasDuellatorum organizza da ormai anni incontri e seminari, la SeptemCustodie ha partecipato (o addirittura condotto) molti di questi stage, ma Domenica 02 Marzo c’è stato qualcosa di diverso, un incontro con Maarten Kamphuis, un ingegnere olandese di 32 anni che ha fondato una sua società che costruisce e vende attrezzi per la scherma storica.

Detto così potrebbe sembrare un rivenditore di guanti da lacrosse, ginocchiere, maschere, giacche e protezioni varie, oppure un altro fabbro che presenta le sue federschwert. Niente di più sbagliato, l’ingegner Kamphuis ha costruito e realizzato la prima spada con lama retrattile funzionante con tanto di lama gommata che assorbe il danno da taglio. Ma non solo, ha anche prodotto e venduto in più versioni la SwingSword: una guardia di spada con un peso ben calibrato per simulare il peso di una lama, un’idea geniale per potersi esercitare con la spada nel proprio soggiorno senza rompere la collezione di cuccioli di cristallo della mamma, (nda: io la uso spessissimo mentre leggo il Meyer).

Appena arrivato in palestra mi aspettavo alcuni cenni alla tesi di cui abbiamo parlato qualche annetto fa (vedi link), magari forse avrei potuto vedere qualche foto della spada “Indes” e forse forse poterla toccare dal vivo, ma invece mi sono trovato ad assistere alla sua presentazione di tesi, tra calcoli e formule (che grazie al cielo riuscivo a seguire) e tra grafici, foto e filmati ho ricevuto una più che soddisfacente infarinatura su quali sono le caratteristiche strutturali e fisiche di una spada, oltre che l’interessante capacità che il ferro ha e che altri materiali quali il nylon, il legno e lo shinai non possiedono affatto. Assistere all’analisi dei punti di bilanciamento di un’arma e delle varianti per ridurre o aumentare particolari caratteristiche è stato più affascinante. Vedere come al momento la miglior spada a due mani d’allenamento è la federschwert, per via della sua notevole riduzione di massa sulla lama e per via del suo particolare bilanciamento moderato, mi ha personalmente consolato, e mi ha anche fatto piacere che abbia comunque i suoi difetti fisici, dovuto al fatto che è comunque un adattamento ben pensato di un’arma che è fatta per tagliare ed essere capace di conficcarsi con facilità nel corpo di qualcuno, trapassandolo da parte a parte. Una feder è priva di lama tagliente e con con un ridotto carico può arrivare a contatto di taglio riducendo al minimo gli effetti dirompenti che un lungo profilo dovrebbe produrre. Per quel che riguarda i colpi di punta, invece, può smorzare il tentativo di penetrare nella carne semplicemente flettendo.

Sui colpi di punta tornerò tra qualche riga, ma prima voglio precisare un concetto molto interessante: una spada per tagliare bene, ma anche per resistere a una forza potenzialmente distruttiva come un’altra spada (vedi parate o abbattimenti vari), deve essere un buon gioco di compromessi tra lo flessibilità e tenacia superficiale (Davide Giurissini vi direbbe: “come le patatine, croccante fuori tenera dentro”), ecco perché a differenza di altre armi simili tende a non essere affilata come un rasoio, ma piuttosto ad avere una intrinseca robustezza strutturale, che le permette di assorbire gran parte degli impatti rovinando semplicemente il filo o subendo comunque una tacca relativamente profonda piuttosto che piegarsi o spezzarsi come se fatta di cristallo.

Qui tocca tornare sulle punte: il difetto tipico di una federschwert sta nel fatto che comunque il colpo di punta non lo riesce ad ammortizzare completamente, o per meglio dire non lo ammortizza nel momento dell’impatto, ma semmai una volta che la sezione del vertice ha già scaricato il colpo sul corpo avversario. Solo allora la lama fletterà e non continuerà a premere sul punto nel doloroso tentativo di affondare dentro i tessuti molli.

Questo dettaglio, che ho sempre sottovalutato, viene invece considerato dalla progettazione della spada che il Maarten ha costruito, inserendo nell’elsa una molla che ammortizzi questa prima fase dell’impatto di punta. Posso dire che la fattura è di prim’ordine e che il risultato è eccelso.

Un altro aspetto che questo prototipo è chiamato a dover affrontare è quello di riuscire ad annullare le fratture alle ossa e gestire la risposta al legame. Due dettagli risolti in una volta sola, presentando una lama flettente come di una qualsiasi feder ma che in più nell’ultimo terzo possiede una superficie di lama completamente foderata da un siliconide gommoso semi rigido. Gli effetti sono stati documentati con dei colpi calibrati in laboratorio grazie a dei bracci meccanici a pesi variabili e con l’uso di una testa di maiale da macello come bersaglio. Persino con un esame ai raggi-X per verificare possibili fratture i risultati sono stati “divini”, nessuna frattura, nemmeno minima. La prova del legame ha a sua volta restituito un ottimo risultato, tanto che potremmo considerarlo il miglior simulatore di legame tra lame. Oltretutto la parte di piatto è comunque metallica, e quindi non interferisce con altre situazioni che la scivolosità dell’acciaio per operare. Eccelsi risultati quindi per una spada che al momento è solo un prototipo: i costi di produzione e di vendita sono ancora piuttosto elevati purtroppo, quindi decisamente c’è ancora del lavoro da fare. Un oggetto del genere, quindi, pur essendo realizzato a regola d’arte, non troverà a breve spazio nella sala d’arme di qualcuno a causa del fattore economico. Chissà che le nuove tecnologie non riescano ad abbattere i costi, se così fosse sicuramente potrebbe diventare uno strumento da sparring e da torneo decisamente ideale.

La SwingSword è un attrezzo di studio ed allenamento piuttosto bello e Maarten ne ha già prodotte in varie versioni, sia per venire incontro alle necessità di chi vuole una particolare forma, sia perché con il tempo i metodi per costruirla sono cambiati. Quando vidi la prima versione allo Swordfish 2011 decisi che una l’avrei presa di sicuro. Un’elsa che simula il bilanciamento di una spada intera è utile per chi vuole allenarsi a casa in poco spazio o semplicemente vuole portarsi dietro qualcosa per esercitarsi in drill e stucke senza 1 metro e 30 cm circa di barra di metallo che esce in modo sospetto da uno zainetto o una valigia XD.

C’è chi la ritiene semplicemente una spada tronca, io posso dire che l’ho usata e la uso ancora per esercitarmi soprattutto a casa, in soggiorno o in corridoio. Ooter ripassare delle stuck o dei drill senza aver mai rotto, ammaccato o infranto niente di casa è un ottimo risultato :D.

Altro gadget insospettabile: è stato presentato anche il tabellone elettronico di presentazione dei concorrenti usato in molti tornei internazionali HEMA, adesso so chi ha fatto quelle icone di presentazione che si vedono allo Sworfish e non solo.

Kamphuis ci ha fatto vedere anche uno studio sulle geometrie che dominano la spada a due mani. Posso solo dire che il rapporto tra le varie misure è particolarmente interessante, in effetti c’è una relazione quasi mistica tra la lunghezza della guardia, il punto di bilanciamento dell’elsa e quello della lama, fino a presentare una diretta relazione con la successione numerica di Fibonacci. Ok magari questo potrebbe risultare superfluo o addirittura un overthinking, ma la presentazione è stata ben realizzata e mi ha fatto capire molto di più alcuni rapporti di costruzione. Alla fine Marten ha anche presentato la spiegazione strutturale della scanalatura che hanno molte spade, e oltre a essere un modo per ridurre il materiale usato e quindi ridurre il peso modificando il bilanciamento, è anche un modo brillante per dare stabilità e rigidità a una lama. Si può fare un’analogia diretta con i profili ad H che vengono impiegati nell’edilizia, che scaricano la forza che porterebbe a flettere e curvare lontano dal centro del profilo metallico, ma semmai scaricandolo agli estremi ottimizzando la resa.

Nell’inframezzo espositivo si è ben pensato a un bell’allenamento fatto con Maarten, che ci ha presentato un interessante modo di effettuare un Krumphau ed esplodere in un taglio ascendente e poi discendente che sfrutti la torsione del busto e del bacino. Ho ritrovato la solita cara, scomoda ma geniale posizione di piede che il Meyer tratta e usa per aprire il bacino e ho potuto notare la notevole elasticità che richiede per poter far funzionare questo movimento.

Da notare che tutto l’allenamento non ha comportato l’uso di nessuna protezione, pur trattandosi di uscire dalla linea d’attacco ed effettuare un krump per poi tagliare di filo corto il volto dell’avversario con un unterhau. Per terminare la tecnica si sfruttava la spinta per tornare con un oberhau sul cranio.

Dopo questo diversivo ludico siamo tornati al vivo della riunione e siamo passati alla presentazione del progetto Pro-Gauntlet di Maarten Kamphuis e del suo socio Youval Kuipers. Cercando di essere sintetico ma chiaro: l’obbiettivo del progetto prevede il riuscire a realizzare un tipo di guanto fatto per preservare le mani da qualsiasi impatto di spada e allo stesso tempo consentire la massima maneggevolezza possibile.

Oramai un anno fa è partito il crowdfunding di questo progetto (vedi sito indiegogo.com) e ha accumulato un totale di 20.000 euro. La cifra è più che sufficiente per riuscire a realizzare la prima versione del prodotto, anche se ci si aspetta che le versioni successive apporteranno ulteriori miglioramenti.

Maarten ci ha fatto vedere un prototipo che non ha niente a che fare con il prodotto definitivo, tanto per essere chiari, ma che serviva come primo modello di studio per poi poter raccogliere i primi dati certi. Era un guanto che a giudicare da come era ridotto doveva aver visto più mani di una chiromante. Su YouTube si possono trovare diversi video sul ProGauntlet e l’aver raccolto così tante critiche e impressioni ha permesso poi di presentare un ulteriore modello dall’aspetto migliore e dai materiali notevolmente più tecnologici. Il secondo modello era se possibile ancora più “work in progress” del precedente, tanto che era perfetto per le esposizioni e le presentazioni ma non poteva essere indossato per uno sparring, in quanto le sue varie parti erano lasciate libere e pendule proprio per poter vedere il come fosse fatto dentro. Un uso di materiali decisamente diversi, che sembravano urlare il loro immane costo per produrli – i risultati però erano piuttosto impressionanti.

I materiali non newtoniani sono delle soluzioni polimeriche che modificano la loro viscosità a seconda dell’energia dell’impatto che ricevono. Tali materiali ovviamente sono ideali per produrre protezioni di vario genere, questo tipo di polimeri c’è stato presentato in diverse composizioni, dalla sottile gelatina che diventerà l’interno del guanto, fino alla strana plastica morbido-flessibile che si irrigidisce ogni volta che la si colpisce con un certa velocità e che aveva la forma delle nocche e le dita di un Transformer.

Da bravo ingegnere però Maarten ha subito cercato di spiegare perché alcuni materiali avrebbero dovuto essere ancora rielaborati, modificati e cambiati. In effetti se una cosa la vuoi fatta bene ci devi mettere del tempo e difronte a un budget ancora piuttosto risicato le scelte che deve fare devono essere caute e ben cogitate, un atteggiamento che condivido e sostengo.

Purtroppo questo significa che in un anno di lavoro il guanto è appena nella sua fase di collaudo per quanto riguarda la progettazione – penso che prima che arrivi ad essere creato il modello definitivo ci saranno altri crowdfunding da sostenere. Spero che qualche finanziatore serio riesca a riconoscere la validità del progetto, anche perchè al momento ci sono ancora delle difficoltà di costi elevati sia per quanto riguarda la produzione che il reperimento dei materiali. Il know how c’è, ma va regolato in relazione alla domanda: in teoria domani potrebbe produrne solo un centinaio a un certo prezzo e con certi mezzi. Ecco, magari questi potrebbero diventare i guanti ideali di HEMA per qualsiasi sparring (anche i più violenti), ma se li potrebbero permettere solo una persona su 50. A quel punto sarei comunque dubbioso sulla validità del prodotto, in quanto la sua rarità non permetterebbe di poter ricevere dei feedback significativi. I Pro-Gauntlet rischierebbero di diventare una leggenda, che qualcuno che conosci ha visto dal vivo una volta di sfuggita. Produrne di più invece implica una spesa iniziale più elevata e una domanda maggiore, ergo non solo ci dovrebbe essere una spinta ad acquistare l’articolo da parte dei nuovi praticanti, ma dovrebbe anche esserci un impulso da parte dei vecchi praticanti ad abbandonare i loro consueti guanti da Lacrosse, SparringGloves o guanti fatti con scaglie di duralluminio che Franz è riuscito a comprare qualche mese fa. Forse adesso esagero però prevedo per Maarten ancora qualche annetto di tribolazioni prima di riuscire a completare questo stupendo progetto.

Per salutarci Maarten ha voluto chiudere con una canzone, cantata e suonata da lui. Già nell’allenamento si era capita la sua dimestichezza nel campo musicale, visti alcuni riferimenti ed analogie che faceva mentre cercava di comunicarci alcuni concetti, e io mi aspettavo una buona canzone senza troppe pretese … beh mi sbagliavo, la sua voce è pazzesca e suona proprio bene, tanto da potersi esibire ricevendo dei più che meritati applausi. Complimenti alla poliedricità!

Detto questo se siete interessati a contattare Maarten Kamphuis e il suo socio Youval Kuipers per dei feedback, suggerimenti o voler supportare il loro progetto, loro saranno ben lieti di rispondervi.

Note finali: se avete un progetto, un’idea, un sogno o il semplice prurito di fare qualcosa, non badate alle persone che vi diranno che non è possibile, che non si può fare o che vi porterà solo che disgrazie, la maggior parte delle volte chi vi dice questo tipo di cose è solo gelosa, perché non ha il coraggio di tentare, seguite i vostri interessi e le vostre aspirazioni. È molto meglio di non aver tentato e spesso porta un sacco di esperienza, che non si può ottenere in nessun’altro modo.

P.S.:Ringrazio l’associazione Strategemmata di Treviso per il supporto fotografico e logistico … “adoro la pasta col pomodoro e non dover perdere il treno per tornare a casa”.

P.P.S.: … e ringrazio anche Roberto Gotti per aver permesso tutto questo.