
Sicurezza in sala
12/10/2010Riporto qui per intero una mail mandata qualche giorno fa a tutti i nostri soci, che ritengo essere una questione di interesse generale. Cari “colleghi” marzialisti (so che ci siete e che ci leggete), quali sono le protezioni che utilizzate in palestra abitualmente?
La domanda è interessante perchè un kit anche lontanamente standardizzato non solo non esiste per la nostra arte marziale, ma addirittura non si è ancora stati in grado di progettarlo o anche solo immaginarlo in modo convincente.
A proposito del “farsi del male”, l’ordine TASSATIVO è di limitare il dolore alle zone che preferiamo, ovverosia quelle che pur venendo stimolate con ragionevole durezza non vanno ad influenzare negativamente la sopravvivenza dell’individuo, la sua capacità di prestigiatore, la pianificazione familiare o il caldo tono baritonale della voce sviluppato in anni di amorevoli cure.
Con questa frase ampollosa intendo dire:
PROCURATEVI ASSOLUTAMENTE LE PROTEZIONI BASE NECESSARIE.
- Protezione n°1: un paio di robusti guanti;
- Protezione n°2: un sospensorio (detto anche volgarmente “parapalle”) – un paraseno per le principesse (no, Luca, non tu).
- Protezione n°3: portatevi sempre una felpa; Sarebbe meglio una giacca da scherma o un gambeson;
Ok, questi sono economici. Li avete? Bene. Allora pianificate l’acquisto successivo, se non l’avete già:
- Protezione n°4: la maschera da scherma.
Si tratta di oggetti IMPORTANTI e NECESSARI se intendete frequentare la palestra con gioiosi sentimenti. Se non sapete cosa comprare, o dove, chiedete a me o a Giorgio. Se sapete cosa comprare, e dove… Chiedete lo stesso. Meglio essere sicuri di non buttare via soldi! Sapremo indirizzarvi al meglio.
A presto,
Francesco Lanza, Presidente
Foto © Regia Turris
Già il vecchio modello di guanti da lacrosse è oramai fuori produzione e praticamente introvabile … peccato!
Vedremo se la nuova versione servirà allo scopo.
.-= – Ultime dal sito di Luca: …Un invenzione straordinaria =-.
Ne abbiamo ordinati due paia diverse, una di davide ed uno per marti… vediamo come vanno.
Posso dire per esperienza che una bella punta in zona pube fa più male di una punta in area tette. Con questo non intendo sminuire l’indubbia utilità del paraseno ma alle principesse suggerisco un lungo gambeson imbottito in modo da coprire anche le parti basse. Ecco, a proposito….il mio che fine ha fatto? Piuttosto che lasciarlo alle tarme, che se lo usi qualcuno in palestra. E’ dai tempi della magistratura scholona di Giorgio che non lo utilizzo ma è ancora valido (seppur piccino). In alternativa al paraseno, ho scoperto che i reggipetti da matrimonio sono delle armi improprie: avvolgenti, inamovibili, antiproiettile. Ne ho un paio taglia terza a casa che, per ragioni a voi note, non potrò utilizzare almeno fino a settembre del prossimo anno. Unica pecca è che non proteggono lo sterno. Altro suggerimento, sempre dettato dall’esperienza: calzetti in spugnona ALTI…non dico i parastinchi ma almeno dei bei calzettoni fin sotto il ginocchio. Vabbè che è quasi inverno e le minigonne adesso vanno archiviate ma gli antiestetici lividoni multicolor sulle gambe è sempre meglio evitarli (mi rivolgo alle principesse ma non solo!). Evitate di portare anelli durante gli allenamenti, gentili donzelle, anche se usate i guanti: una botta bene assestata sulle falangi gonfia la zona colpita in pochissimo tempo, ancor prima di riuscire a togliere il guanto e al pronto soccorso si fanno pochi scrupoli ad usare il tronchesino (per l’anello, non per il dito, niente panico!).
La maschera è un must.
Il controllo del colpo anche.
In ogni caso, c’è la cassetta del pronto soccorso a vostra completa disposizione.
Alessandra ha assolutamente ragione. E ricordare che le protezioni passive non danno il diritto di “dimenticarsi” della pericolosità della situazione. Trasliterando un mito di Gran Prix: Testa accesa sulla tecnica (anche di giorno); la maschera: ben allacciata; e prudenza… SEMPRE!
Sono completamente d’accordo con una frase che appare ogni tanto anche in questo sito: “La sicurezza non sta nelle attrezzature, ma innanzitutto qui dentro!”, dove il qui in questione è la testa di chi tira: prudenza, controllo e concentrazione sono le prime esigenze.
A parte questo, personalmente in palestra mi regolo così:
1) Apprendimento delle tecniche a solo (tipo: “Mettiti lì ed esegui fendenti fino a quando non ti dico che lo fai bene”… di solito, sono soddisfatto dopo 1 – 1,5 anni): nessuna protezione, tranne i guanti se si ha paura delle vesciche;
2) Apprendimento di tecniche in coppia (tipo: “Adesso ti tirerò un fendente; para come ti ho insegnato”): guanti e maschera; altre protezioni sono volontarie;
3) Combattimento (tipo: “Fammi vedere che cosa sai fare”): minimo guanti, maschera, pantaloni lunghi e un gambeson; meglio se si aggiunge anche la conchiglia e un’ulteriore protezione per il busto (cotta di maglia o piastrone da scherma); meglio ancora se ci sono protezioni per le articolazioni di ginocchia e gomiti.
Per il combattimento, secondo me è indispensabile avere dei guanti che offrano un minimo di corazzatura: cuoio, maglia di ferro, piastra di ferro o plastiche varie. A Grunwald ho provato la combo guanti in maglia + mittene in piastra: praticamente, si è invulnerabili… peccato che sia anche una soluzione molto pesante!
Va considerata, credo, anche l’arma con cui si tira (mai fare azza se non si è in armatura) e l’esperienza di chi tira. Ancora una volta, la cosa più importante è la testa!
Io personalmente le protezioni le farei tenere sempre a tutti (allievi e insegnanti) indifferentemente da cosa si stia facendo escluso riscaldamento.
Uno perchè così in caso di una proposta “Dai, facciamo un libero!” si è già pronti (che il tempo è oro, specialmente nelle palestre di Trieste)
Due perchè così la persona si abitua a portare una simil “armatura”. In questo modo, alla prima manifestazione, forse il suo corpo non reagirà troppo malamente ai “nuovi” indumenti.
La mail e il ribadirlo direttamente in palestra sta cominciando a creare i primi proseliti, piano piano tutti avranno tutto il necessario. Ovviamente un sospensorio è una spesa immediata, una maschera già più lenta, ma con il passare di strane ere tra gomitiere, giacche, maschere e guanti penso che saremo abbastanza PRO come equipaggiamenti.
Poi beh si far capire ai più impulsivi che è la loro impulsività a creare dei danni evitabili quello è un lavoro lungo e continuo.
Finalmente qualcuno di serio.
Ho sentito di gente che si allena alla mano e mezza in maniche corte (THEARMA) o in armatura completa (i miei confederati da Firenze): personalmente disapprovo entrambe le cose.
La prima, per ovvie ragioni di sicurezza: se ben insegnata la scherma è relativamente sicura, ma occorrono protezioni per i punti sensibili. L’essere corazzati fino ai capelli, viceversa, ti rende timoroso della lama. In completa non si imparerà mai a parare veramente. Bisogna imparare anche a prenderle, come ben sa chi fa boxe.
Protezione perfetta per il duello, a mio parere: maschera, grossi guanti (possibilmente rinforzati in qualche modo), giaco da scherma, possibilmente conchiglia. Ogni altra cosa aiuta, ma non si deve esagerare.
PS: economico un giaco da scherma? A noi sparano 90 euro… 🙁
.-= – Ultime dal sito di DoppioSoldo: …Nomenclatura- la Spada =-.
in effetti sì, 90 euro per una giacca nera da maestro (ci siamo orientati su quel tipo di merce, è davvero funzionale per quanto veramente calda) è la media per fornitori come PBT o Leon Paul. Allstar e Negrini costano più del doppio.
Poi ovviamente c’è lo “storico” per chi fa anche il rievocatore. I gambeson generalmente sono buona attrazzatura per la scherma, sempre che siano del tipo adatto (certi non hanno colletto, altri lasciano un sacco di spazio sul petto in cui una lama si insinuerà con grandissima precisione, ecc…). Anche lì siamo sui 90 euro.
Ma guardiamoci in faccia: qualsiasi sport ha degli equipaggiamenti da acquistare e le arti marziali storiche non sono da meno. Idealmente prima di spade lucenti ed altri ammenicoli i nuovi arrivati dovrebbero pensare a preservare la pelle intatta!
.-= – Ultime dal sito di Francesco Lanza: …This is ground control to Major Tom =-.
…..Le correnti di pensiero sono tante, personalmente ritengo che abituarsi al peso dell’armatura non sia poi così male.
Armature? Per esse esiste per l’appunto il combattimento in arme con tutte le sue particolarità. A cosa serve abituarti al peso se stai studiando qualcosa che non lo prende in considerazione?
Francesco Lanza recently posted..ma che bello il cappello- sbieco
Ciao a tutti!
Colgo l’appello ai colleghi marzialisti.
Io faccio parte di una giovane Associazione torinese: “La Sala delle Armi”.
Sebbene il nostro ambizioso proposito sia uno studio trasversale e multidisciplinare delle arti marziali, la scherma medievale costituisce buona parte del nostro programma didattico, visto il suo peso nel bagaglio esperienziale del gruppo.
Devo dire che il nostro approccio è un po’ diverso: le uniche protezioni che indossiamo (oltre all’accorgimento delle maniche lunghe) sono un paio di guanti in crosta per proteggere le mani e, solo di recente, abbiamo valutato l’inserimento di un paio di occhiali protettivi (di quelli anti-urto in plastica) a tutela degli occhi.
Va precisato che il nostro è un armeggio che anche nel combattimento rimane molto controllato, privilegiando l’accuratezza tecnica e la sicurezza,a discapito della velocità di esecuzione.
Come armi da allenamento siamo equipaggiati di alcune spade Del Tin, ma ai praticanti inesperti facciamo cominciare con armi in legno.
Mi chiedo se questa differenza nasca da impostazioni/approcci diversi alla stessa disciplina (noi ad esempio non proveniamo da un contesto di scherma moderna) o se siano in ballo altri fattori. Trovo, tuttavia, molto interessante la possibilità di un confronto su questo tema, visto che l’aspetto della sicurezza è sempre pregnante e problematico.
Ne approfitto per farvi i miei (e a nome dell’Associazione, nostri) complimenti per il vostro blog e la professionalità che ne traspare.
Beh, che dire, Jacopo: se devo essere sincero penso che se andassi da un antico maestro di scherma che ha dedicato anni ed anni ad insegnare la sua arte ai principianti come fece Joachim Meyer e gli chiedessi che ne pensa delle maschere, mi risponderebbe subito che avrebbe voluto tantissimo poterne usare anche lui.
Il nostro programma alla partenza si basa poco sul controllo forzato e sugli esercizi prefissati, ma tanto sulla pratica di alcuni concetti fondamentali che consentono di capire meglio gli esercizi (o “stuck” come li chiamano i tedeschi) che poi seguiranno. Per imparare a gestire il legame, sviluppare sensibilità e comprendere cosa deve fare il corpo per usare una spada lunga o una spada ed un brocchiere allo scopo di dominare il ferro avversario e giungere alle aperture la maschera serve. Non ci sono mosse prefissate e l’obiettivo principe, per ragioni geometriche, è spesso proprio la testa.
E’ anche possibile, anzi consigliabile imparare a rilassare il corpo mentre si combatte invece di irrigidirsi costantemente, e per quello stiamo sviluppando la nostra capacità di fare le stesse cose, solo in “slow motion” e (suona strano) con il sorriso sulle labbra, come ci ha insegnato un amico tedesco. Gran parte dei momenti di pericolo a noi son sempre sembrati causati da nervi, rigidità, foga di agire e farsi valere quando servirebbe piuttosto un’analisi molto fredda della situazione.
Ci sono altri esercizi che non richiedono maschere, solo molta attenzione, certo. Ma se proprio devo proprio essere sincero, per quanto mi riguarda una conchiglia per i “gioielli”, un piastrone sagomato per il petto per le ragazze e la maschera dovrebbero sempre esserci. Se ci sono oggetti rigidi ed appuntiti e non si sta imparando una coreografia, non vedo perchè privarsi di questi elementari accessori, che proteggono zone molto vulnerabili.
Francesco Lanza recently posted..La prova che non ho più un paio di palle / silk taffeta ribbons, hand tinted
Ciao Francesco, alla luce dei mesi passati e dei progressi compiuti dalla nostra Scuola, devo assolutamente darti ragione 🙂
Purtroppo la formazione ricevuta precedentemente all’istituzione della nostra Associazione ha condizionato i nostri primi passi, ma in seguito all’introduzione di opportune protezioni (in primis l’acquisizione di maschere da 1600 N) ha rivoluzionato il nostro approccio alla scherma storica, rendendo tutte le tecniche e i combattimenti assolutamente più realistici e dinamici. Di recente abbiamo anche testato i guanti da Lacrosse, non male anche se lasciano qualche perplessità. Insomma stiamo adottando una prospettiva “hema”. Grazie quindi per il saggio consiglio e per l’ottimo lavoro di ricerca che svolgete, vi seguiamo con molto interesse ed ammirazione! Buono studio e si spera di potersi incontrare!
Jacopo recently posted..Rubrica video schermistici #10: Scherma 15° secolo + L’Arte della Guerra
Ciao, Jacopo, sono felice abbiate trovato la vostra strada. A rileggere le mie opinioni di un anno fa mi trovo poco caratteristicamente in totale accordo con me stesso – anzi, ho scoperto di aver tenuto esattamente la stessa rotta e di averne tratto guadagno e divertimento assieme.
Buone faticate, carissimi!
Verrà pubblicato un nuovo articolo attinente all’argomento. Mi domando se lo pubblicherò entro Natale 2013 XD
Luca Venchi recently posted..Happy Birthday to Rutger Hauer!