Su Prometeo ed il fuoco

Su Prometeo ed il fuoco

19/07/2018 0 Di Giorgio Fonda

Parlando di Prometeo e del suo mito nel medioevo è inevitabile confrontarsi con la rielaborazione di Boccaccio. Tra il 1350 ed il 1375 nel suo trattato mitologico Genealogia Deorum Gentilium viene rielaborato il mito prometeico in chiave metaforica. L’incatenamento sul Caucaso diventa da tortura all’immagine dell’intelligenza legata alla ricerca mentre l’acquila si trasforma nel simbolo delle considerazioni che tormentano il solitario ricercatore. Boccaccio doveva essere particolarmente orgoglioso di aver introdotto per primo la figura di Prometeo come dispensatore di conoscenza all’uomo nel mondo neolatino.

Ecco la ragione per cui Alessandro Pes e Paolo Stanese, rispettivamente Capo e Vice Capo Reparto del Quinto Reparto Hunting del Cngei, come Boccaccio devono essersi sentiti fieri di aver ingaggaggiato un novello Prometeo per dimostrare all’alta pattuglia come il fuoco, quello vero, veniva creato quasi dal nulla nel medioevo.

Gli strumenti in una foto di repertorio

Quindi Giorgio-Prometeo, con il vestito della domenica 1375, davanti ai ragazzi scout, del già citato quinto reparto Hunting, ha avviato un fuoco con l’impiego di Acciarino, Pietra focaia, stoffa arsicciata e un paio di intermediari per arrivare ad un focolare vero e proprio… con un degno epilogo. Prima di procedere sottolineo come avessimo preparato l’area bagnando il terreno e tenendo a portata di mano delle taniche d’acqua a scopo precauzionale. Bisogna avere sempre rispetto del fuoco o semplicemente quel minimo di sale in zucca.

Il braciere preparato

Nel caso concreto infatti fuoco e conoscenza non sono più l’uno la metafora dell’altra poichè senza un certa comprensione dei meccanismi chimicofisici del fuoco, ma anche assolutamente empirici, diventa arduo avviarne uno. Ed ecco una veloce ed esaustiva guida per arrivare a produrre il fuoco. Innanzi tutto bisogna produrre della stoffa arsicciata: si prendono delle piccole pezzole di lino e le si danno una sana lavata in acqua e aceto, una volta asciutte si possono chiudere in una scatoletta metallica, una delle mentine o delle caramelle funziona perfettamente, e si butta la scatola sul fuoco. L’unica indicazione è fatelo all’aperto perchè fa parecchio fumo e dopo un paio di prove capirete quando le pezzole saranno pronte. Se vi state domandando come facessero nel medioevo, venivano impiegate anche altre esche per avviare il fuoco come il celebre fungo da esca (fomes fomentarius) ma anche le galle o le castagne mentre per produrre le esche potevano utilizzare dei recipienti ceramici o dei piccoli forni. Tornando alle nostre pezzole di lino, una volta cucinate a dovere, si presenteranno perfettamente annerite a causa della carbonizzazione incompleta ma avranno la particolare proprietà che se colpite da una scintilla produrranno una piccola brace. La scintilla verrà prodotta da un’acciarino, ovvero un pezzo di metallo con alto contenuto di carbonio, ed una pietra focaia od una selce. Colpendo la pietra focaia con l’acciarino delle schegge incandescenti abbandoneranno il pezzetto di metallo e se colpiranno opportunamente la stoffa arsicciata otterremo la nostra brace. A questo punto si tratta di trasferire la brace, il nostro calore tascabile, al combustibile alimentandolo con dell’ossigeno, il famoso comburente. Tuttavia la brace non può incendiare un tronco d’albero nè un filo d’erba fresco: troppo grande il primo e decisamente troppo umido il secondo. Quello che siamo in grado di fare con la brace della stoffa arsicciata è far prendere fuoco ad un piccolo nido di rafia: la fiamma libera che ne deriva può durare abbastanza a lungo per alimentare un nido più grande di paglia ed a sua volta dei ramoscelli secchi. Il segreto quindi si cela nella preparazione dei vari stadi.

 

Ecco come è andata nella giornata assieme agli scout, anche per merito della giornata secca e calda, in un paio di minuti il gioco è fatto. Qui sotto potete vedere invece un’altro avvio del focolare, direttamente al carbone, in cui si vede molto bene l’intero procedimento a partire dall’innesco. Non prestate troppa attenzione al chiacchericcio insensato di sottofondo! 😀

Tornando invece all’esperienza assieme agli scout vi lascio la foto, piuttosto eloquente, del frugale pranzo a base di salciccia, formaggio e zucchine alla piastra. Magnifico epilogo di una piacevole giornata decisamente diversa dall’ordinario.