Corazzine, fonti e suggerimenti
02/11/20091278. Roll of Purchases for the Tournament at Winsor ParkDe Milion le Cuireur xxxviij quiret: p’c pec iij s.Itm. ij Crest & j Blazon & una galea cor & j ensis de Balonde Rob’o Brunnler xxxviij galee de cor p’c galee xiv.
1345. Les Livres de Competes des Freres Bonis, I. 174, Forestie.Item deu per un brasolt. . . de cuer negre.1351. Ordonnnances du roi Jean IV, 69.Ordenons que l’arbalestrier . . . sera arme de plates . . . et de harnois de bras de fer et de cuir.
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Una delle domande che mi sono posto prima di realizzare una corazzina è che materiale venisse impiegato per “tenere insieme” l’intero manufatto, ovvero su cosa le placche venissero attaccate. Andando a vedere alcune repliche prodotte oggidì ho notato come generalmente venga prediletto un guscio esterno in pelle o cuoio. In realtà i rari reperti rimasti di corazzine e brigantine e le prove documentarie sembrano suggerire l’impiego di qualche tipologia tessile per la parte esterna. Mi sono chiesto quindi come testare la resistenza allo strappo della stoffa nel punto in cui passa un rivetto. Nelle tre immagini qui sotto potete osservare come ho cercato di risolvere il quesito. Ho attaccato ad un pezzo di legno, tramite graffette, un campione delle stoffe che intendevo impiegare come rivestimento della corazzina, eseguito con un punteruolo il foro di passaggio, fatto passare il rivetto e attaccato al medesimo una pinza autobloccante, completato il “tester” con un dinamometro a molla.
I risultati sono stati piuttosto sbalorditivi: la stoffa non ha subito nessuna alterazione a causa della trazione fino a 12 Kg. Se vi state chiedendo: “e dopo i 12Kg?” pensando che si sia rotta la stoffa vi state sbagliando perchè si è rotto il pezzo di legno alla quale era attaccata! Ho fermato qui i miei test. In quanto per una corazzina in cuoio 12kg rappresenta circa il doppio del peso dell’intero manufatto mentre per una in ferro poco meno. Detto in altri termini una singola placca è attaccata tramite più di 3 rivetti e il suo peso varia tra i 100gr e i 500gr quindi difficilmente un rivetto potrà strappare la stoffa.
Un’ultima nota: per la corazzina uso generalmente due stoffe una è quella “di struttura” e una è la fodera esterna. Per la stoffa che è deputata a reggere i pesi viene impiegato un cotone grezzo molto pesante con una trama fitta, mentre per la fodera esterna si possono impiegare velluti di cotone o seta, damasco, damascato, broccato.
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Costruirsi una corazzina non è un’impresa impossibile tuttavia è un progetto che richiede una certa determinazione e un certo metodo nell’esecuzione.
La progettazione parte, dopo l’analisi delle forme delle fonti, dalle misure del portatore finale: circonferenza al torace, alla vita, ai fianchi; lunghezza dal collo a 1/5 di coscia e da sotto l’ascella a 1/5 di coscia. In seguito ho adattato queste misure alle forme delle placche con particolare cura alla spaziatura dei rivetti nonché alla sovrapposizione delle placche.
Stampati e ritagliati i cartamodelli ne ho ricopiato le sagome sul cuoio (spalla, groppone o cuoio da suola di circa 5mm di spessore) cercando di ottimizzare gli sprechi e in seguito ho ritagliato le placche. A tale proposito per tagliare le placche sono solito incidere con un taglierino il perimetro e poi lo ripasso con una forbice da lattoniere con lo snodo per la doppia leva. Anche con questa piccola astuzia non è un lavoro che si possa cominciare e finire e consiglio di riposare di tanto in tanto la mano magari dedicandosi ad altri lavori meno impegnativi!
Per la parte in cuoio il più è fatto, manca solo di rifinire i bordi delle placche con carta vetrata o una lima e di forare le placche in corrispondenza di dove rivetteremo ogni singola placca al supporto in stoffa o pelle che sostiene l’intera corazzina.
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Qui di seguito ci sono le immagini dei nostri lavori sulla corazzina di Massimo C. Ed la terza in ordine di costruzione. Qui, oltre alle varianti sul modello, ho cercato di realizzare anche un tipico complemento delle corazzine Visby ovvero la spallina integrata con una cerniera.
Nella serie di immagini che segue si può inoltre osservare il metodo che usiamo per fissare le placche sulla stoffa. La placca viene usata come sagoma per segnare la stoffa e forarla allargando la trama con un punteruolo, si fa passare il rivetto e si fissa la placca di cuoio per mezzo di rondelle quadre.
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L’esperienza accumulata negli esperimenti precedenti mi ha permesso di affrontare la realizzazione di una Visby tipo 4 in ferro come esperimento. Effettivamente il ridotto numero di rivetti unitamente al fatto che non sono più necessarie le rondelle quadre semplificano e velocizzano la produzione anche se il rivettare delle piastre curve è in alcune sue parti decisamente impegnativo. Alla fine non servono particolari strumenti, infatti per curvare le placche ho usato un martello a testa semi-tonda e un profilo a “C”, un paio di guanti e indispensabili delle cuffie per le mie povere orecchie.
Una delle cose più interessanti è che ho utilizzato un metodo naturale per brunire le placche e preservarle dall’ossidazione: le placche sono state spennellate con dell’olio di lino e successivamente scaldate su una fiamma libera. E’ necessario farlo in un luogo molto ben ventilato in quanto l’odore, simile a quello di una frittura un pò bruciata, non è esattamente gradevole. Ma il sacrificio ne vale la pena specialmente per non trovarsi le placche corrose dalla ruggine in punti impossibili da pulire.
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Questo è il resoconto abbastanza dettagliato delle esperienze fatte nel tentativo di comprendere questo peculiare tipo di protezione.
Ahahah finora quella foto di Andrea non l’avevo ancora veduta. Carinissimo il completo!
.-= – Ultime dal sito di Francesco Lanza: …Dio è orrendo =-.
che bello quasi quasi mi viene voglia di farne una…. ahahah
Il Paolo perde il pelo ma non il vizio sembra! Credo di averti sentito dire questa frase dal 2006… coraggio! La speranza è l’ultima a morire!
.-= – Ultime dal sito di Giorgio: …Creativity =-.
In effetti in quella foto Andrea rende tantissimo! Ora gli ci vuole una bella cintura.
bella quella brigantina! si si mi ispira con quel colore blu !! vabbè per il vestito si vedrà… comunque vi scrivo anche perchè vorrei diventare socio in questo bel sito 🙂 (scusate se spammo qua)
-Davide
Мне известно что Corazzina делалась с металлическими пластинами !
@Владимир
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Giorgio Fonda recently posted..a place, some thoughts and lot of memories
Sto parlando di tua prima versione della pelle. Brigantino di Vizbi non difficile da raccogliere se stesso fatto. Domanda La prego di mandarmi una fonte per l’italiano brigantino? Voglio raccogliere un set di armatura italiana alla fine del 14 ° secolo.
Tutorial Stupendo,
ma non vi conveniva fare la parte frontale della brigantina in ferro con piÙ placche??
una sola placa sul fronte limita un po’ tanto i movimenti laterali o sbaglio??
Per la ruggine si puô anche usare l’inox, che risulta essere più resistente del ferro e quindi magari ce la si cava con uno spessore inferiore delle piastre (vantaggio di peso e di sforzo nel piegarle). Ci avevate già pensato e avete trovato qualche inghippo??
saluti
Ciao Xander, rispondo alle tue domande brevemente:
1) La corazzina di cui mi chiedi è la replica di un reperto scavato a Visby e datata 1361 catalogata come “Type 4”. Quindi questa domanda dovresti porla ad uno morto intorno a quell’epoca :D. Ti faccio presente che sono state scavate diverse corazzine a Visby e sono tutte di concezioni diverse.
2) La comodità di questa corazzina è sconcertante. Ovviamente non è come non averla addosso ma non impedisce alcun movimento.
3) L’inox è stato scoperto nei primi del 1900 mentre l’acciaio (che chiamiamo comunemente ferro) risale appunto all’età del ferro ed era esattamente il materiale che impiegavano nel XIV sec. E siccome lo scopo era quello di ottenere una replica (quanto più possibile vicina all’originale) di un oggetto antico anche il materiale faceva parte di questa ricerca.
Ciao
Giorgio Fonda recently posted..chosen
Grazie per la risposta,
siccome ci stiamo pian piano muovendo anche noi (Compagnia del corvo grigio) per realizzare una brigantina da combat. Abbiamo ancora qualche dubbio sui rivetti da utilizzare.
Come test abbiamo tentato con dei rivetti in alluminio che si sono rovinosamente piegati invece di allargarsi.
Organizzandosi un attimo abbiamo trovato un rivenditore di rivetti in ottone-bronzo o rame che dovrebbero essere sufficientemente malleabili. Tuttavia ci domandavamo se cera qualche metodo particolare per impedire la piegatura del rivetto.
Saluti
Se volete realizzare una corazzina con le placche in acciaio (inossidabile o meno) e utilizzate alluminio o ottone(rame+zinco)o bronzo(rame+stagno) o rame per i rivetti e poi, una volta finita, la indossate e magari la usate pure sudandoci dentro… bhe potreste conoscere gli effetti di una corrosione galvanica in ambiente umido. Non si dissolverebbe come zucchero nell’acqua ma prima o poi gli effetti si manifesterebbero. Quindi placche in acciaio chiamano rivetti nel medesimo materiale. Detto questo per fissare un rivetto se hai confidenza con l’inglese (ma esiste google translate) prova questo link:
http://lmgtfy.com/?q=how+to+peen+a+rivet&l=1
e perdona l’insolenza di google XD
Ciao
Giorgio Fonda recently posted..…e alla fine rimase in mutande
Effettivamente alla corrosione galvanica non avevo pensato.
Thx x il link… e l’insolenza di Google rende 😉
saluti
Ciao,
il progetto è interessante e dalla foto sembra avere ottime finiture. La domanda mia è regge a degli incontri da impatto pieno combinata con un buon Gambeson (3/4 cm di imbottitura)? Le vendete anche?
Saluti e Grazie.
Ciao Lorenzo,
Grazie per i complimenti: ma a quale progetto ti riferisci? In questa pagina ci sono le foto di tre corazzine distinte.
Ammettendo che tu ti riferisca alla Visby in metallo (che ad oggi è la replica più fedele ai reperti che abbia realizzato in assoluto) confesso di non sapere che dirti in merito al reggere alle attività che svogli. A Visby hanno trovato un sacco di gente morta che le indossavano quindi immagino di no XD.
Queste corazzine sono degli esperimenti condotti con l’aiuto dei nostri soci, che in cambio del tempo profuso nella costruzione hanno potuto aggiungere un pezzo al proprio equipaggiamento. Quindi al momento le condizioni per averne una sono queste: comprare il materiale e lavorarci insieme.
Buon contatto pieno.
Giorgio Fonda recently posted..jump on the moon
Salve,
Hai ragione scusa credevo fosse tutto un progetto unico. riformulerò la domanda ^^: Il progetto a cui mi riferisco è il secondo (quello che raffigura la brigantina blu in cuoio per intenderci). Io faccio combattimenti a impatto pieno: i colpi, se non parati, arrivano direttamente sull’armatura, ovviamente arrivano di taglio, mai di punta. Sul fatto del reggere dipende come è il cuoio, se è duro o bbollito dovrebbe avere un’ottima resistenza, se è morbido si modella troppo rischia di non essere molto sicuro.
A me interesserebbe una brigantina come quella che avete prodotto. Io però sul “lavorare insieme” potrei avere dei problemi essendo di Pisa. ^^ quindi boh XD
Buongiorno,
è da un po’ che mi frulla in testa questa domanda.
Ma i rivetti che avete usato erano di quello che viene comunemente chiamato “ferro” (Acciaio bassamente legato)?
Questi li avete ribattuti senza troppi problemi o avete usato qualche espediente?
Poi passando a questioni più ITech posso citarvi sul nostro sito artigianale come fonte?
http://labodelcorvo.tk
Saluti